domenica 2 febbraio 2014

Dati della sperimentazione sugli animali



Diminuisce il numero di animali impiegati per “scopi scientifici” in Europa: mezzo milione in meno nel 2011 rispetto al 2008. E lo stesso vale anche per l’Italia, nei cui laboratori sono stati utilizzati 82.500 animali in meno. Lo dicono i dati dell’ultimo rapporto della Commissione europea sulle statistiche della sperimentazione animale. Vale la pena dare un’occhiata, per capire meglio di che cosa parliamo esattamente quando parliamo di animali usati per la ricerca e la sperimentazione scientifica.
Il quadro italiano per il 2011  – tendenzialmente sovrapponibile a quello europeo – dice che si tratta soprattutto di topi, il 66%. Seguono ratti (19,8%), pesci (6,6%), uccelli (3,7%), più tutto il resto (porcellini d’India, conigli, uccelli, bovini, ovini, rettili, anfibi). Scimmie (cebi e cercopitechi): 450 in tutto (0,06%). Cani: 408. Gatti e scimmie antropomorfe: zero. Una distribuzione che corrisponde a un imperativo codificato per legge (la 116 del 1992): scegliere sempre, a parità di efficacia sperimentale, la specie a più basso sviluppo neurologico. Stiamo solo scendendo e si può fare ancora meglio e di più, ma è  chiaro che c’è uno sforzo della comunità scientifica a “fare a meno degli animali”, seguendo l’impegno delle 3R (replacement, reduction, refinement)…..l’auspicio è di poterne fare a meno completamente.


RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

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