domenica 5 gennaio 2014

Il cercatore d'oro - Alessandro Mannarino


Alessandro Mannarino e' uno degli artisti piu' interessanti della scena cantautorale italiana dei nostri anni. Il cantautore romano e' un vero pugno in faccia a chi cogita che la musica italiana non offra piu' nulla di interessante. Come cercatore d' oro, non posso che essere attratto da quelle pepite che emergono scintillanti dalla terra. Come diceva Fabrizio De' Andre: << Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori>>. Non potrei essere piu' d' accordo con Faber, perche' Mannarino e' un vero e proprio fiore che si erge dal letame che e' la scena italiana odierna. La prima volta che ho ascoltato questo ragazzo del '79 ero in viaggio da Dijon per Strasbourg.
 
Ero con un' amica che aveva nel suo lettore mp3 l'intero '' Bar Della Rabbia ''( Disco d' esordio del cantautore ) e passammo un' oretta ad ascoltarlo, oretta nella quale pero' '' je tombais pas amoureux avec lui ''. In effetti, di canzoni non me ne piacque neanche una e penso che il motivo fosse principalmente il fatto che mi sembrava volesse apparire a tutti i costi artistico ma che non ci riuscisse, e soprattutto ero rimasto indifferente alla sua musica sin dalla prima canzone dell' album ossia '' Me So' M'briacato '' e cio' mi porto' ad ascoltare con svogliatezza o semplicemente a '' sentire '' le successive tracce. In seguito pero'( Non riesco ancora adesso a capire come avesse fatto a pensare una cosa del genere, mai scelta fu piu' azzeccata), la mia amica mi fece ascoltare i brani del cd ma in ordine totalmente sparso. Tum! Fu un dirompente '' coupe de foudre ''. Le basto' farmi ascoltare attentamente la seconda traccia, '' Svegliatevi Italiani '', e ne fui preso. La sua musica e' come un morbo dal quale ci si stacca solo dopo molto tempo. Pero' non ti ammalia sin dal primo momento. In effetti, posso dire che ho avuto '' un colpo di fulmine leggermente ritardato '' nei confronti di questo artista della capitale. Solo tempo dopo ho compreso che nella sua musica giace una parvenza di banalita', e per capire e apprezzare le sue canzoni '' piu' povere ''( Tenete in conto le virgolette) sia necessario ascoltare anteriormente le canzoni '' piu' ricche ''. Cosi' dovetti ascoltare '' Bar Della Rabbia '' e '' Osso Di Seppia '' per apprezzare canzoni come '' Elisir D' Amor '' e '' Scetate Vajo' ''. Questa sua caratteristica mi fece pensare prontamente ad un altro artista del quale mi innamorai nello stesso identico modo: un certo '' Thomas Alan Waits ''. Sto parlando, sempre a parer mio ( Ma neanche tanto ), del piu' grande cantautore del '900. Esattamente come il baffuto cantautore di Roma, il vecchio Tom fa un tipo di canzoni che possono sembrare molto stupide, ma che col tempo si apprezza e si comprende. Questo tipo di artisti si prendono gioco dell' ascoltatore. Lo mettono alla prova. Tendono questo tipo di trabocchetti che pero' aiutano a crescere moltissimo a livello di gusto musicale. Ricordo perfettamente che la prima cosa che pensai di Mannarino fu : << Diavolo! Dopo Capossela, un' altra copia di Waits! >> ma invece mi ricredetti ben presto, perche' sia Capossella che Mannarino sono dei figli, e piu' che legittimi, dello storico artista di Pomona. In piu', Alessandro Mannarino riesce ad esprimere una realta' fervida come quella del cantautorato laziale, che ha sempre patito rispetto a quello lombardo, genovese, napoletano ecc. I paragoni col '' Rain dog '' della California sono molteplici. Innanzitutto il loro modo di cantare e' molto simile, o almeno il modo di cantare di Mannarino e' molto simile a quello che aveva Tom Waits da giovanissimo. Nelle loro canzoni e' preponderante l' uso di strumenti '' di strada '' o di elementi del jazz e del blues piu' rurale. In effetti stiamo parlando di due uomini delle caverne, che allo stesso modo prendono la pietra e graffiano il muro, scoprono la ruota, sperimentano, vanno oltre il semplice suono standard e, al contrario, cercano il suono primitivo. Nelle loro canzoni si mischiano piu' che mai sperimentazione scientifica e istinto animale. I due poi sembra che dicano le stesse cose. Waits ha sempre detto che adora scrivere e vuole scrivere solamente di cose semplici, perche' e' in esse che e' situata la bellezza. Lo stesso sembra fare Alessandro, che osserva il mondo, con la sigaretta in bocca, dal suo balcone romano, che si ubriaca col vino d' annata o che va a suonare in mezzo agli zingari ( Tra l' altro, da giovane Tom Waits, ispirato da '' On the Road '' di Jack Kerouac, compi' un tour '' Coast to Coast '' con la sua '' Ol' 55 '', in quella che si puo' definire a pieno titolo una '' zingarata '', alla ricerca del '' Sacro Graal '' della purezza dello spirito americano, un messaggio che gli '' hippies '' non avevano compreso minimamente e che avevano fuorviato con il loro sesquipedale utilizzo di droghe) al '' Tevere Grand Hotel ''. Spero che a Mannarino venga riconosciuto presto quello che all' innovatore Waits e' stato concesso tardivamente. Per ora vi lascio con '' Me So' M'briacato '' ma vi consiglio ( Vi giuro che non ve ne pentirete, e se ve ne pentirete, saro' disponibilissimo a rimborsarvi ) di ascoltarvi per intero il suo '' Bar Della Rabbia '' e\o il suo secondo album '' Supersantos ''.Quanto e' pesante il paragone tra i due! Forse per ora, ma ne riparliamo tra qualche stecca e qualche bottiglia di wiskey.
Per ora, buon ascolto.

Il Cercatore D' Oro

MLV


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