mercoledì 26 febbraio 2014

Il cercatore d'oro - Sanremo 2014

Per una volta vorrei accantonare un' attimo la mia '' donchisciotteca '' ricerca musicologica e soffermarmi a riflettere, in modo ampio e libero, su quello che e' ( O dovrebbe, decidete voi ) essere la manifestazione canora piu' importante in Italia: Sanremo. Piu' in particolare, vorrei cercare di sfatare qualche mito. Gia' perche' ormai e' fortemente radicato in noi il giudizio critico. Il nostro criticismo ( Ce ne voglia Kant ) pero' non e' una corrente di pensiero con dei fondamenti, con dei principi, ma e' semplicemente una delle tante degenerazioni a cui siamo arrivati grazie alla grande disponibilita' di mezzi di comunicazione e, quindi, di informazioni. Ormai, la tendenza ad avere '' tutto '' sotto mano ci ha portato a pensare di essere esperti in tutto. In definitiva, l' Italia e' diventata un paese di tuttologi. Branchi di esperti che snocciolano grandini di dati occupano i salotti televisivi, le rubriche pullulano ( E' molto auto - critico ), sotto ogni commento di Facebook, Twitter, Tumblr, ecc. chiunque si sente in dovere di dire la propria opinione e di poter dare un giudizio critico, vantando '' una certa esperienza '' e in quanto '' fantomatico '' esperto. Poi, in realta', il degenero avviene proprio in queste situazioni perche' ormai, e' risultero' molto controcorrente a dirlo, non si tratta piu' di avere un diritto all' opinione, ma l' esporre la propria opinione diventa un dovere, il che non e' sbagliato in termini puramente democratici, ma lo e' nel momento in cui questo diventa un pretesto per '' giocare '' a chi lancia il sasso piu' grosso, ovviamente, comportamento spudoratamente esibizionista. Il problema di fondo e' pero' che questo criticismo non e' costruttivo, anzi non ha basi solide, perche' frutto di un disfattismo ( Non so perche' cosi' di moda ) che attanaglia ogni campo della conoscenza, e poiche' non crea, di fatto, delle vere basi su cui dialogare. In sintesi, questo disfattismo, questo criticismo senza ne' arte ne' parte, e' un saldo appiglio per chi in verita' non ha nulla da dire. Detto cio', mi collego a Sanremo che ha senz' altro subito gravi perdite dal punto di vista qualitativo ( Non mi soffermo sulla conduzione dato che non mi ritengo in possesso dei mezzi per farlo ), ma che rimane comunque un Festival di tutto rispetto. Sicuramente e' sensato dire che molte canzoni erano insipide ma non si puo' dire esattamente lo stesso delle edizioni precedenti? Azzardo, di tutte le edizioni? Sarebbe troppo stupido affermare che tutto cio' che c' e' stato in passato sia oro, e tutto cio' che adesso sia letame. La verita' e' che questo disfattismo, questo morbo della mente, e', in tutto e per tutto, un senso di pregiudizio bello forte. E' piu' facile dire che tutto fa schifo, ma e' molto difficile definire cio' che e' bello. Io mi chiedo, quanti realmente di quelli che hanno sentito le canzoni, lo hanno fatto in modo disinteressato e senza preconcetti o pregiudizi. Io, per esempio, non sono mai stato ammiratore dei Matia Bazar, ma nonostante cio' ho apprezzato infinitamente la prova di Antonella Ruggiero. Questo, piccolo di una serie infinita di esempi. Inoltre, come sorelle gemelle, il disfattismo viene accompagnato da un' altra abitudine malsana, anzi malata, della nostra epoca, ossia quella del complottismo. Personalmente sono disgustato dal notare che dietro a qualsiasi avvenimento, qualsiasi evento, la gente sia pronta a gridare al complotto solo perche' il proprio beniamino non ne ha beneficiato. Lo trovo assurdo. Sono disposto a credere che le trasmissioni possano essere condizionate, ma non sono altrettanto propenso all' accettare che tutto cio' che esista sia falso o truccato. Anzi, fosse cosi', i beniamini di tutti ne avrebbero giovato. Percio' non capisco un certo tipo di criticismo come quello che e' stato riservato alla vincitrice Arisa. E' comprensibile disquisire sui meriti e sui demeriti della cantante lucana, ma non la si puo' accusare di essere spinta solo perche' non ha vinto il nostro pupillo o perche' quella persona semplicemente non ci piace. Non si puo' ridurre tutto ad una farsa, perche' se tutto fosse truccato, se tutto fosse una farsa, i primi ad essere degli stupidi siamo noi che vi assistiamo. Le polemiche sul plagio, per concludere con Arisa, fondate o no sono indice del fatto che la ricerca sonora dei suoi autori e' di livello basico, ma questo ora m' importa poco. Un ultimo spazio vorrei lasciarlo ai giovani, come sempre '' veri protagonisti '' dell' Ariston. Ragazzi come Zibba o come The Niro hanno letteralmente fatto sfigurare i '' big '' e, se non accettano compromessi ( E la vedo proprio dura ), possono fare una carriera dignitosa, se non grande. Sanremo e' per loro una grande opportunita', infatti non credo che un ridicolizzare, catalogare, giudicare la musica come avviene nei talent sia utile. Io non dico di amarlo, ma dico di rispettarlo, invito chiunque a rispettarlo, perche' la verita' e' che questo e' un esempio che possiamo sfoggiare nel mondo, con il quale ci possiamo difendere dalle ondate d' insensatezza dei cantanti di consumo anglofoni, perche' la dimensione della musica non e' quella dei tweet, dei televoti o dei giudici, ma e' quella del palco e della gente, che spesso sbaglia ma che alla lunga non puo' ignorare la vera bonta' di un prodotto. 

MLV

#Sanremo2014 #TheNiro #Zibba #Arisa #AntonellaRuggiero#ImmanuelKant

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