martedì 18 febbraio 2014

Il cercatore d'oro - Jimi Hendrix

In fin dei conti penso di meritarmelo. Avevo detto che avrei affrontato l' argomento, e il cercatore d' oro, si sa, mantiene sempre la propria parola. Non che sia un dispiacere, ma vi sfido a trovare qualcuno che veramente possa parlare competentemente di quello che e', per convenzione, il piu' grande chitarrista di tutti i tempi, o almeno, questo per certo, il piu' famoso.
Il fenomeno Jimi Hendrix, in effetti, e' stato tanto sconvolgente quanto rapido ed e' forse anche perche' Dioniso ha messo troppa carne al fuoco in quegli anni che il suo nome dice poco e ad esso non viene mai dato il giusto peso. Pensandoci che cosa ha fatto questo ragazzo di Seattle? Tre album in studio, qualche concerto e 6/7 annetti scarsi di attivita'. Ma allora perche' ricordarlo uno cosi'?
Il problema e' che in alcuni casi non bisogna ricercare il cosa, ma il come. Diciamocelo francamente, quanti chitarristi ci sono stati meglio di Hendrix? Miriadi? Gia', proprio cosi' ma il punto e' che prima di lui non c' e' mai stato uno strumentista in grado di radunare piu' folle e scaldare piu' cuori di un cantante. Jimi e', di fatto, il primo vero frontman chitarristico della storia. Hendrix, il Paganini del rock, era un evento. La gente non andava ai suoi concerti per i suoi pezzi, a nessuno importava cantare i pezzi. Tutti ci andavano per poter dire: << Diavolo! E' adesso cosa si inventera'? >>. 
Canzoni celestiali come '' Little Wing '', '' The Wind Cries Mary '', '' Purple Haze '', '' Red House '' sono passate in terzo quarto piano rispetto agli happening hendrixiani come il concerto di Woodstock o quello della Isle Of Wight. Performance avveniristiche, feedback oltre la sopportabilita', sperimentazioni di ogni tipo, chitarre martoriate questo era Jimi. La triste verita' pero' e' che James Marshall Hendrix era considerato il circense, il fenomeno da baraccone della musica Rock. Proprio per questo, dai '' cultori '' viene continuamente snobbato. Non si era mai sazi delle pazzie di quel '' negretto '' con la Fender in mano.
Ma mai uno che parlasse di quei lapislazzuli incastonati nei suoi dischi! Mai nessuno che avesse colto il verbo del profeta con la chitarra in mano! 
A testimoniare cio', la nascita, negli anni a venire, di chitarristi dalla visione ristretta, pregni dell' assurdo quanto falso concetto, che suonare bene equivalga all' eseguire continuamente assoli pomposi e titanici. In piu', valanghe di discografici calcano la mano sfornando chitarristi neri e appellandoli con tanta fretta: '' I nuovi Hendrix '' che equivarrebbe a dire che Allevi e' Mozart solo perche' suona il piano. 
Chitarristi come Lenny Kravitz e Gary Clark Jr. sono, tutt' al piu', dei discreti epigoni del leggendario musicista morto a Londra nel 1970. 
Azzarderei, ma neanche troppo, di definirlo il poeta della chitarra, perche' come Chopin sapeva emozionare coi suoi notturni, cosi' Jimi parlava con la sua dolce meta', Betty Jane, che faceva stridere, mugolare, arpeggiare come una bella donna con cui si fa l' amore. Nonostante sia notoriamente molto difficile individuare uno strumentista, al solo sentirlo, con Hendrix lo si puo' fare facilmente. Il suono della sua Stratocaster, che continua ad echeggiare nel cuore di ogni giovane apprendista del mondo non puo' essere dimenticato poiche' unico, emozionante, palpitante, sconvolgente, pura poesia. Hendrix lo si ascolta, lo si vive, sarebbe inutile descrivere con le parole il suo pizzicato. Lascio la parola alle sue mani divine, frutto proibito al quale ci siamo abituati troppo presto.
God Bless you.

MLV


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono graditi ma non le offese.