Sempre per continuare a guardare oltre quella finestra, aperta sul mondo della musica rock progressiva, vi presento gli : Yes. Michele Chiusi di Ondarock fece una brillante osservazione a proposito di questo storico complesso d' Oltre Manica, sostenendo, parafrasando, che gli Yes rappresentassero la sintesi suprema del concetto piuttosto confuso e vario che e' quello di musica progressiva e che gli Yes erano quindi il gruppo progressivo per antonomasia. Inoltre Chiusi allude nel suo intervento, ovviamente in senso metaforico, ad un' ipotetica navicella da mandare nello spazio nella quale inserire una panoplia della musica terrestre; beh io paradossalmente me ne vorrei servire per proporvi una tesi ulteriore, sebbene piu' immaginifica: Gli Yes sono progenitori di una musica aliena.
Facciamo un passo indietro. Contrariamente a cio' che avveniva negli Stati Uniti, nei quali la musica rock era ormai plasmata dal sound Country ed era diventata, in casi spiacevoli, puro oggetto di commercio, nel vecchio continente piccole cellule embrionali dai cromosomi Beatlesiani cominciavano a sperimentare, nel vero senso della parola, alla ricerca di un avanguardia sonora. Sarebbe sciocco citare tra queste formazioni gruppi come i Pink Floyd, Gentle Giant, Jethro Tull, Van Der Graaf Generator, Gong, Caravan, Soft Machine, King Crimson, ecc. Per intuibili ragioni culturali, l' Europa comincio' a proporre un rock molto piu' legato alla Fusion ( Emerson, Lake & Palmer ) e alla musica classica, producendo conseguentemente un rock '' colto '' o Neoclassico.
Tra questi gruppi che saranno destinati a marcare gli anni '60 \'70 e non solo, compaiono gli Yes. Nonostante essi non siano sempre citati tra i nostalgici, gli Yes, sempre riprendendo pezzi dell'impeccabile articolo di Chiusi, rimangono l' ultimo grande baluardo della corrente musicale di cui fanno parte, infatti, nonostante la loro longevita', i concerti degli Yes non sono degli eventi a cui guardare con amarezza per il ricordo dei bei tempi andati, ma sono a tutti gli effetti cronaca musicale dell' oggi. Presentandosi, dunque, come l' unico scoglio progressivo non ancora degradato dall' opulento mare della moda e dall' inesorabile scorrere del tempo, gli Yes dimostrano come la musica rock ( Popolare e\o di consumo se volete) possa abbattere le barriere che delimitano il classico dal moderno, il sacro dal profano, e porsi baldanzosamente accanto ai grandi classici della musica suonata ( Ricordo, peraltro, un discorso simile presente nel film cult School Of Rock nel quale il maestro, interpretato magistralmente da Jack Black, lasciava dei '' compiti a casa '' che consistevano nell' ascoltare dei dischi. Ad uno dei bambini, il pianista, diede '' Fragile '' degli Yes e lo ammoni' : << ...Una volta ascoltato questo, la Musica Classica sara' qualcosa da cui scappare! >>. Un gruppo cult sicuramente non lo sono, come per esempio lo erano i King Crimson( Capaci di sfornare un album troppo inumano e col quale mai sono riusciti a confrontarsi, ma ne parlero' successivamente).
Ritorniamo pero' al discorso di prima, perche' sarebbero esecutori di una musica extra - terrestre? Perche' sono unici. Sebbene atmosfere agresti e bucoliche si mescolino con pienezza alla voce angelica, quasi androgina, di Jon Anderson le continue, fughe, improvvisazioni, virtuosismi e crescendo ne danno un respiro totalmente interlocutorio. Potrei fare un paragone con i moderni System Of A Down quale caratteristica principale e' quella di alternare ad intervalli frequenti, ma meticolosamente orchestrati, cambi di tonalita', di ritmo, senza risultare pesanti ma, al contrario, alleggerendo e faciitando l' ascolto, rendendosi percio' fruibili ad un pubblico molto piu' vasto, senza pero' sforare nella ruffianeria. La loro musica eleva lo spirito. Non si tratta di una semplice esposizione di panorami alla Constable, o di un uomo posto solo davanti all' immensita' e alla crudelta' della natura come '' Il viandante sul mare di nebbia '' di Caspar David Friedrich.
La loro musica e' avvolgente e coinvolge. Non si vive in terza persona, l' apparire improvviso di cascate, boschi, angeli e fiumi. Tutto cio' e' vissuto in prima persona e in effetti conosco pochi gruppi che riescono, solamente con l' ausilio della musica, a farci vivere con cotanta precisione una proiezione cosi' vivida della nostra immaginazione. Mi sono limitato a dire che e' la musica la padrona perche' cosi' e', in effetti i loro testi sono piu' che altro sogni visionari di Anderson che fungono per lo piu' da richiamo alla musica e che sono quindi dolcemente veicolati dal basso di Squire, dalle tastiere di Kaye e poi del '' maestro '' Wakeman e dalla chitarra di Stevie Howe.
Gli Yes sono uno di quei rari casi, nella musica moderna, nel quale la musica domina e nel quale il cantato viene soggiogato dalla melodia. Si parla spesso, erroneamente, di canzoni, ma le loro sono per lo piu' '' Musiche '' tanto che per la costante presenza di suite strumentali ampie i loro brani vengono divisi in sezioni( o movimenti ) un po' come delle opere classiche.
Gli Yes uniscono poesia, musica, ma soprattutto pittura e non a caso ne ho parlato precedentemente. Nota e' la collaborazone col pittore inglese Roger Dean il quale con i suoi disegni e con le sue copertine e' riuscito a dare un tono ancor piu' fantastico, se non alieno, alla loro musica. Ma non solo, opinione personale, la loro musica e' caotica e geometrica un po' come la pittura di Kandinskij e allo stesso modo ho sempre pensato che'' I vortici di Kupka '' fossero il corrispettivo musicale di '' Close To The Edge '' ( Album piu' rappresentativo del gruppo inglese, del 1972).
Gli Yes restano l' alternativa antica e moderna alla musica odierna, tra l' altro quest' anno suoneranno per due date a Maggio in Italia a Padova e a Milano. Io ci andro' e potro' mettere tutti d' accordo: Ascoltero' del rock in un teatro, ascoltero' una sinfonia classica, che ancora adesso, e' piu' moderna di tutti i nostri cantantuccoli attuali. Chiedete a '' Le Orme '' per ulteriori informazioni.
Vi lascio con la spettacolosa '' Heart Of The Sunrise ''.
MLV
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