Christopher David Allen - PARTE seconda
Stabilitosi in Inghilterra, Allen fa la conoscenza di un quindicenne, Robert Wyatt, grande amante di musica Jazz ( Potenzialmente militante della multiforme controcultura che si opponeva all' onda del '' Boom economico '' e del Rock ' N ' Roll). I due instaurano un sincero rapporto di amicizia e nel contempo interloquiscono di musica e di arte, ispirandosi vicendevolmente. Allo sbocciare degli anni ' 60, come chiusi in un' enorme bolla protettiva che li ha staccati completamente dalla moda Beatlesiana e ha permesso loro di essere antesignani della psichedelia progressive, e vera e propria avanguardia musicale per I canoni dell’ epoca, cosa che mi lascia completamente di stucco, i due, assieme a Hugh Hooper, fondano il '' Daevid Allen Trio ''. Successivamente vi e' la nascita dei Soft Machine dei quali Allen curera’ la parte chitarristica.
( I Soft Machine, di cui parlero' in seguito, saranno uno dei gruppi di spicco della '' Scena Di Canterbury '' e il loro nome e' chiaramente un rimando all’ omonimo romanzo di, mirate come s' incasellino i pezzi, William Seward Burroughs, in piu’ e’ da sottolineare il ‘’ glissando ‘ o ‘’ gliding ‘’ di Allen, il quale si e’ apertamente ispirato allo stile musicale di Syd Barrett). Nel 1967 Allen e' impossibilitato a ritornare in Inghilterra per problemi burocatici e percio' assieme alla compagna, la poetessa Gilli Smyth, decide di esibirsi in letture di poesie beat intervallate da assoli jazzistici nei locali parigini.
La sua arte non viene apprezzata, per le ragioni suddette ( Ossia un pubblico che non aveva ancora avuto il tempo di stupirsi coi Beatles e che non era assolutamente pronto al viaggio nella ‘’ perdizione ‘’ alleniana), ma grazie all' incontro con ‘’ l’ eremita ‘’ Didier Malherbe ( Cognome perfetto per un '' maledetto ''), peculiare e mirabolante sassofonista e flautista e all' unione con quello che sara' '' il compagno di merende '' per quarant' anni, il chitarrista Steve Hillage, Allen forma i Gong. Nonostante I primi album ricchi di spunti compositivi, la prodigiosa genialita' di Allen erutta e tocca il suo culmine in seguito, con la '' Sacra Trilogia Del Rock '' : '' Radio Gnome InvisibleTrilogy ''.
Molti sono stati i tentativi da parte dei gruppi progressivi di partorire dei concept album, ma questo e' il primo e vero tentativo di '' Trilogia '' nella storia del rock ( Esperimenti simili li troviamo per esempio nella trilogia di ‘’ Bat Out Of Hell ‘’ di Meat Loaf ), formata peraltro da : '' Flying Teapot '', '' Angel' s Egg '' e '' You ''. Questi tre dischi, per molti, sono delle perle che fanno da anatema a tutto cio' che concerne il concetto di progressive e aggiungo di ‘’ Fusion ‘’ ( L’ influenza della cultura ‘’ Jazz ‘’ nel ‘’ Beat ‘’ e’ fondamentale, e’ la ‘’ Fusion ‘’, per chi non lo sapesse, e’ l’ unione di musica classica e jazz ma penso che lo ascolterete presto nei Gong ). In effetti l' album come altri dischi progressivi, rimarra' un '' microcosmo perfetto e totalmente a se' ''. I Gong pero' hanno il merito di riuscire a rinnovarsi ma, nello stesso tempo, ad essere coerenti con se' stessi.
Ci e' voluto molto tempo perche' la gente comprendesse che questo artista non e', in assoluto, un bluff. Si tratta solo di un compositore di '' nonsense '' immaginifico ma del tutto voluto e in un certo senso anche parodistico. Fu il suo abuso di allucinogeni a portarlo d ideare la cosiddetta '' Mitologia Gong '', ( Su Internet ci sono cose molte interessanti e in grado di spiegarvi meglio di cosa si tratta, vi assicuro che e' materiale degno di nota )e a teorizzare, in quella magica notte del Plenilunio di Pasqua del 1966, una sorta di '' Complotto cosmico - musicale '' secondo il quale '' I dottori delle ottave '' gestivano il mondo attraverso la musica.
Questi eccessivi abusi di stupefacenti non sminuiscono l' opera dell' australiano, il quale non e' riuscito a portarsi allo stesso livello della sua opera massima, com' e' naturale( Non si puo' pretendere ad un artista di doversi confrontare con una sua opera precedente, specialmente quando quell' opera e' ormai piu' grande dell' artista stesso e gode di vita propria, il penultimo capitolo di ‘’ Niebla ‘’ di Unamuno fa proprio al caso nostro), ma e' comunque riuscito a rimanere figura dominante del genere e mentore di milioni di artisti e gruppi nel mondo. Un' altro aspetto che io trovo veramente unico in loro, oltre all' essere fautori della prima vera trilogia della storia della ‘’ musica leggera ‘’ e ad essere stati estranei alla moda degli scarafaggi, e' il fatto che i Gong abbiano costruito un pianeta irrazionale e fantastico ma che, col tempo, e’ diventato una galassia vivente, razionale e dal cuore piu’ che pulsante. Si parla spesso, in effetti , di Pianeta Gong, con questo non s' intende solo un riferimento a '' Radio Gnome Invisible '' ma al fatto che i Gong siano l' UNICO gruppo al mondo ad avere una famiglia cosi’ allargata formata da miriadi di gruppi satellite: La ‘’ Gong Global Family ‘’.
Il nucleo familiare continua a distanza di anni, ad aggiungere affiliati, e ruota indisturbato con moti alternati di rotazione intorno alla variopinta galassia degli ‘’ gnomi con la testa a teiera ‘’, silfidi, maghi e santoni e moti di rivoluzione attorno a quella fucina d’ idee che e’ il cranio ‘’ Alleniano ‘’ che merita, in tutto e per tutto, l’ appellativo di GENIO. Il loro posto nella ‘’ Pleiade ‘’ e' quanto mai semplificato dal momento che i Gong sono ritornati nel 2009 con uno straordinario album ( 2032, possibile anno, secondo la mitologia, in cui il pianeta degli gnomi invisibili si allineera’ in una perfetta coincidenza astrale col pianeta Terra) che sembra poter dare una degna, come se ce ne fosse veramente bisogno, conclusione alla saga. Che dire? Ho detto troppo in effetti.
Vi lascio con ‘’ Radio Gnome Invisible ‘’ e le ormai ‘’ mitiche ‘’ ‘’ Flying Teapots ‘’, rispettivamente atto primo e secondo della prima opera.
Vi lascio anche con un settantenne che, mi dispiace, ma sara' sempre avanti a tutti noi e a tutti loro.
MLV
Stabilitosi in Inghilterra, Allen fa la conoscenza di un quindicenne, Robert Wyatt, grande amante di musica Jazz ( Potenzialmente militante della multiforme controcultura che si opponeva all' onda del '' Boom economico '' e del Rock ' N ' Roll). I due instaurano un sincero rapporto di amicizia e nel contempo interloquiscono di musica e di arte, ispirandosi vicendevolmente. Allo sbocciare degli anni ' 60, come chiusi in un' enorme bolla protettiva che li ha staccati completamente dalla moda Beatlesiana e ha permesso loro di essere antesignani della psichedelia progressive, e vera e propria avanguardia musicale per I canoni dell’ epoca, cosa che mi lascia completamente di stucco, i due, assieme a Hugh Hooper, fondano il '' Daevid Allen Trio ''. Successivamente vi e' la nascita dei Soft Machine dei quali Allen curera’ la parte chitarristica.
( I Soft Machine, di cui parlero' in seguito, saranno uno dei gruppi di spicco della '' Scena Di Canterbury '' e il loro nome e' chiaramente un rimando all’ omonimo romanzo di, mirate come s' incasellino i pezzi, William Seward Burroughs, in piu’ e’ da sottolineare il ‘’ glissando ‘ o ‘’ gliding ‘’ di Allen, il quale si e’ apertamente ispirato allo stile musicale di Syd Barrett). Nel 1967 Allen e' impossibilitato a ritornare in Inghilterra per problemi burocatici e percio' assieme alla compagna, la poetessa Gilli Smyth, decide di esibirsi in letture di poesie beat intervallate da assoli jazzistici nei locali parigini.
La sua arte non viene apprezzata, per le ragioni suddette ( Ossia un pubblico che non aveva ancora avuto il tempo di stupirsi coi Beatles e che non era assolutamente pronto al viaggio nella ‘’ perdizione ‘’ alleniana), ma grazie all' incontro con ‘’ l’ eremita ‘’ Didier Malherbe ( Cognome perfetto per un '' maledetto ''), peculiare e mirabolante sassofonista e flautista e all' unione con quello che sara' '' il compagno di merende '' per quarant' anni, il chitarrista Steve Hillage, Allen forma i Gong. Nonostante I primi album ricchi di spunti compositivi, la prodigiosa genialita' di Allen erutta e tocca il suo culmine in seguito, con la '' Sacra Trilogia Del Rock '' : '' Radio Gnome InvisibleTrilogy ''.
Molti sono stati i tentativi da parte dei gruppi progressivi di partorire dei concept album, ma questo e' il primo e vero tentativo di '' Trilogia '' nella storia del rock ( Esperimenti simili li troviamo per esempio nella trilogia di ‘’ Bat Out Of Hell ‘’ di Meat Loaf ), formata peraltro da : '' Flying Teapot '', '' Angel' s Egg '' e '' You ''. Questi tre dischi, per molti, sono delle perle che fanno da anatema a tutto cio' che concerne il concetto di progressive e aggiungo di ‘’ Fusion ‘’ ( L’ influenza della cultura ‘’ Jazz ‘’ nel ‘’ Beat ‘’ e’ fondamentale, e’ la ‘’ Fusion ‘’, per chi non lo sapesse, e’ l’ unione di musica classica e jazz ma penso che lo ascolterete presto nei Gong ). In effetti l' album come altri dischi progressivi, rimarra' un '' microcosmo perfetto e totalmente a se' ''. I Gong pero' hanno il merito di riuscire a rinnovarsi ma, nello stesso tempo, ad essere coerenti con se' stessi.
Ci e' voluto molto tempo perche' la gente comprendesse che questo artista non e', in assoluto, un bluff. Si tratta solo di un compositore di '' nonsense '' immaginifico ma del tutto voluto e in un certo senso anche parodistico. Fu il suo abuso di allucinogeni a portarlo d ideare la cosiddetta '' Mitologia Gong '', ( Su Internet ci sono cose molte interessanti e in grado di spiegarvi meglio di cosa si tratta, vi assicuro che e' materiale degno di nota )e a teorizzare, in quella magica notte del Plenilunio di Pasqua del 1966, una sorta di '' Complotto cosmico - musicale '' secondo il quale '' I dottori delle ottave '' gestivano il mondo attraverso la musica.
Questi eccessivi abusi di stupefacenti non sminuiscono l' opera dell' australiano, il quale non e' riuscito a portarsi allo stesso livello della sua opera massima, com' e' naturale( Non si puo' pretendere ad un artista di doversi confrontare con una sua opera precedente, specialmente quando quell' opera e' ormai piu' grande dell' artista stesso e gode di vita propria, il penultimo capitolo di ‘’ Niebla ‘’ di Unamuno fa proprio al caso nostro), ma e' comunque riuscito a rimanere figura dominante del genere e mentore di milioni di artisti e gruppi nel mondo. Un' altro aspetto che io trovo veramente unico in loro, oltre all' essere fautori della prima vera trilogia della storia della ‘’ musica leggera ‘’ e ad essere stati estranei alla moda degli scarafaggi, e' il fatto che i Gong abbiano costruito un pianeta irrazionale e fantastico ma che, col tempo, e’ diventato una galassia vivente, razionale e dal cuore piu’ che pulsante. Si parla spesso, in effetti , di Pianeta Gong, con questo non s' intende solo un riferimento a '' Radio Gnome Invisible '' ma al fatto che i Gong siano l' UNICO gruppo al mondo ad avere una famiglia cosi’ allargata formata da miriadi di gruppi satellite: La ‘’ Gong Global Family ‘’.
Il nucleo familiare continua a distanza di anni, ad aggiungere affiliati, e ruota indisturbato con moti alternati di rotazione intorno alla variopinta galassia degli ‘’ gnomi con la testa a teiera ‘’, silfidi, maghi e santoni e moti di rivoluzione attorno a quella fucina d’ idee che e’ il cranio ‘’ Alleniano ‘’ che merita, in tutto e per tutto, l’ appellativo di GENIO. Il loro posto nella ‘’ Pleiade ‘’ e' quanto mai semplificato dal momento che i Gong sono ritornati nel 2009 con uno straordinario album ( 2032, possibile anno, secondo la mitologia, in cui il pianeta degli gnomi invisibili si allineera’ in una perfetta coincidenza astrale col pianeta Terra) che sembra poter dare una degna, come se ce ne fosse veramente bisogno, conclusione alla saga. Che dire? Ho detto troppo in effetti.
Vi lascio con ‘’ Radio Gnome Invisible ‘’ e le ormai ‘’ mitiche ‘’ ‘’ Flying Teapots ‘’, rispettivamente atto primo e secondo della prima opera.
Vi lascio anche con un settantenne che, mi dispiace, ma sara' sempre avanti a tutti noi e a tutti loro.
MLV
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