venerdì 4 aprile 2014

Poesia: WISLAWA SZYMBORSKA

WISLAWA SZYMBORSKA, nome impronunciabile salito improvvisamente alla ribalta nel 1996, quando alla poetessa polacca fu assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 1988, in occasione del Salone del Libro di Torino, lo scrittore russo Brodskij l'aveva inserita fra i tre maggiori poeti polacchi viventi, ma in Italia era presente solo su Antologie e Riviste e con un piccolo volume: Gente sul ponte. 
Ecco il motivo dello stupore con cui fu accolto il prestigioso Premio nel nostro Paese. 
Da allora la sua posizione culturale è radicalmente cambiata e la sua produzione è stata largamente tradotta e ristampata. 
Il suo profilo è quello di una donna riservata, schiva, sfuggente alle interviste, "miniaturista delle parole", realista e tagliente nel suo ottimismo disincantato, ma capace di stupirsi di fronte alla complessità di una piccola cosa come "La cipolla". 
La sua poesia è fatta di illuminazioni e ironia pungente, non priva di una incantevole leggerezza.
E' morta il 1 febbraio del 2012.
Riporto qui sotto due poesie

NEL SONNO
Ho sognato che cercavo una cosa,
nascosta chissà dove oppure persa
sotto il letto o le scale,
all’indirizzo vecchio.
Rovistavo in armadi, scatole e cassetti,
inutilmente pieni di cose senza senso.
Tiravo fuori dalle mie valigie
gli anni e i viaggi compiuti.
Scuotevo fuori dalle tasche
lettere secche e foglie scritte non a me.
Correvo trafelata
per ansie e stanze
mie e non mie.
Mi impantanavo in gallerie
di neve e nell’oblio.
Mi ingarbugliavo in cespugli di spine
e congetture.
Spazzavo via l’aria
e l’erba dell’infanzia.
Cercavo di fare in tempo
prima del crepuscolo del secolo trascorso,
dell’ora fatale e del silenzio.
Alla fine ho smesso di sapere
cosa stessi cercando così a lungo.
Al risveglio ho guardato l’orologio.
Il sogno era durato due minuti e mezzo.
Ecco a che trucchi è costretto il tempo
dacchè si imbatte
nelle teste addormentate.

SCRIVERE IL CURRICULUM
Che cos'è necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perché
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

L.B.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono graditi ma non le offese.