Oggi è il compleanno di Robert Smith.
Il rossetto non è più rosso fuoco e i capelli non stanno in piedi come una volta: nella battaglia tra lacca e forza di gravità, la seconda sembra avere la vittoria in pugno. Ma Robert Smith, 55 anni e una carriera da leader dei Cure, non arretra: quel look a tinte dark, replicato magistralmente da Sean Penn-Cheyenne, il protagonista di This must be the place di Paolo Sorrentino, lui ce l’ha tatuato addosso come una divisa permanente. «Il make- up è come una corazza, mi tiene a distanza di sicurezza dal mondo>
Al contrario del Cheyenne del film, Robert Smith non è ancora una rockstar in pensione.
Al contrario del Cheyenne del film, Robert Smith non è ancora una rockstar in pensione.
Si concede poco, registra un disco ogni quattro o cinque anni e adora la vita ritirata nel Sussex, tra pub fidati e pollo arrosto con le patatine al rosmarino (sgranocchiate insieme all’inseparabile Mary). Poi, quando decide di rimettersi la chitarra al collo, lo fa alla grande, organizzando tour mondiali che collezionano sold out in poche settimane.
Buon compleanno Robert!
By Wei
Buon compleanno Robert!
By Wei
Robert Smith dimostrerà a tutti/e con i suoi nuovi dischi che la musica goth non è finita. Se poi dovesse reintegrare Laurence Tolhurst non ce sarà per nessuno/a.
RispondiEliminaRagazzi ho letto qua e là in internet che i Cure sono sopravalutati o che i Joy Division sono migliori.
RispondiEliminaMa dico come si fa a scrivere queste cose, dimentichiamo che Smith scrisse un capolavolo come "Three imaginary boys" alla sola età di 20 anni, con una voce entusiasta e squillante quasi angelica per poi non parlare della genialità di truccarsi e le collaborazioni con Siouxsie and the Banshees? I Joy division se li sognano tutte queste perle. Sono i capostipiti ancora del goth altro che sopravalutati!